Lampade e autofiorenti: tutto ciò che c'è da sapere

Le piante di canapa autofiorenti sono sempre più popolari, ed anche nella coltivazione indoor regalano grandi soddisfazioni.

Come ogni pianta, anche l'autofiorente dà il suo meglio quando le creiamo un ambiente ottimale e un elemento importantissimo è la luce, fattore essenziale perché la nostra canapa cresca forte, rigogliosa e soprattutto dia buone rese.

Vediamo assieme tutto quello che c'è da sapere sulle autofiorenti e le lampade per la coltivazione indoor, per non sbagliare di una virgola la gestione della nostra illuminazione artificiale.

Cosa vuol dire "autofiorente"?

Le autofiorenti sono una tipologia di piante di canapa che non reagiscono alla diminuzione giornaliera delle ore di luce.

Si tratta di una caratteristica che le distingue dalle piante di canapa tradizionalmente più coltivate, dette invece “fotoperiodiche”, dalla parola "fotoperiodo" che indica la durata giornaliera della luce.

Il fotoperiodo cambia con il variare delle stagioni, riducendosi in autunno fino al giorno del solstizio d’inverno, dopo il quale il fotoperiodo ricomincia ad allungarsi; dopo il solstizio estivo invece il fotoperiodo torna ad accorciarsi e questo è il momento in cui una fotoperiodica comincia a fiorire se esposta alla luce solare.

In sostanza, nella coltivazione outdoor, non importa in che periodo pianterò la mia autofiorente, lei fiorirà sempre in base a quanto tempo è trascorso dalla sua germinazione; al contrario se pianterò una fotoperiodica non importa se la germinazione è avvenuta a maggio o a giugno, lei comincerà a fiorire tra agosto e settembre.

Di quante ore di luce hanno bisogno le autofiorenti?

Nella coltivazione indoor ciò che cambia tra autofiorenti e fotoperiodiche è la gestione dell’illuminazione: nella coltura delle fotoperiodiche si dovranno ridurre le ore di esposizione alla luce per stimolare la fioritura, per cui si comincerà fornendo alla pianta un’illuminazione di 18 ore di luce e 6 di buio per passare poi a 12 ore di luce e 12 di buio.

Per le autofiorenti invece non c’è bisogno di eseguire questo cambio di illuminazione: si potrà mantenere per tutta la durata del ciclo di coltivazione un’illuminazione impostata su 18 ore di luce e 6 di buio: ad un certo punto cominceranno spontaneamente a fiorire.

Posso dare 24 ore di luce alla mia autofiorente?

Nella coltivazione delle autofiorenti indoor alcuni coltivatori applicano cicli di luce differenti, alternando per esempio 20 ore di luce e 4 di buio, o addirittura non spegnendo mai la luce e fornendo alla pianta illuminazione 24 ore su 24.

Sconsiglio quest’ultima modalità: la pianta non aumenta significativamente la propria crescita, mentre aumentano i costi in bolletta.

Oltretutto questo tipo di illuminazione impedisce alla pianta di alternare la fase produttiva al cosiddetto “riposo”: non c’è consenso unanime intorno all’importanza di questa fase, mentre è scientificamente provato che 24 ore di luce su 24 comportano un aumento dei consumi energetici.

In conclusione, purché la pianta riceva un minimo di 18 ore di luce su 24, puoi impostare il ciclo come meglio preferisci. Comunque è considerata una buona pratica rimanere costanti: una volta scelto il ciclo si consiglia di mantenerlo per tutto il periodo della coltivazione.

Quali sono le migliori lampade per autofiorenti?

Le lampade adatte alla coltivazione delle fotoperiodiche vanno benissimo anche per le autofiorenti e valori di riferimento nel giudicare la qualità della lampada rimangono gli stessi.

Anche le autofiorenti, come le fotoperiodiche, hanno bisogno di un’illuminazione full spectrum, ovvero che riproduca tutte le lunghezze d’onda presenti nello spettro della luce solare; ed esattamente come le fotoperiodiche, rendono meglio nella fase di crescita se esposte ad una luce con una prevalenza di fasci luminosi freddi, mentre fioriscono meglio se esposte ad una luce con una prevalenza di fasci luminosi caldi.

Se sei in cerca di una buona lampada per la coltivazione di autofiorenti indoor o stai cercando informazioni più dettagliate sulle lampade migliori, ti rimandiamo al nostro articolo in cui parliamo delle migliori lampade per la coltivazione della canapa.

Quanti Watt servono per una pianta?

Molti ci pongono questa domanda, ma in realtà non c’è un correlazione fissa tra i Watt di una lampada e la sua resa in termini di luminosità: i Watt sono la quantità di energia che la lampada assorbe dalla rete elettrica, che a seconda della tecnologia con cui è costruita possono corrispondere a diverse intensità di illuminazione, che si misura invece in PPF (photosynthetic photon flux), la quantità di flusso fotonico fotosintetico, espressa nell’unità di misura μmol/s.

Dunque i Watt della lampada ci diranno solamente quanto la lampada che stiamo acquistando consumi, ma se rapportati ai valori PPF sono in grado di dirci qual è l’efficienza energetica della nostra lampada: in altre parole, se a parità di consumo di Watt, una lampada copre un metro quadro con il valore PPF che stiamo cercando e un’altra ne copre invece due, chiaramente ci converrà comprare quella che ne copre due facendoci spendere in bolletta quanto quella che ne illuminava uno solo.

Il valore dell’efficienza energetica viene indicato solitamente con la sigla DPI (PPF/W) e indica il flusso di fotoni fotosintetici per Watt di energia elettrica. Viene solitamente espresso nell’unità di misura μmol/J e più questo valore sarà alto e maggiore è l’efficienza energetica della lampada in questione.

Ma quindi cosa guardare per capire se una lampada è abbastanza potente?

Questo valore in realtà non esiste sia perché i costruttori indicano la copertura per m², sia perché i bisogni della tua canapa dipenderanno dalle dimensioni della pianta.

E le dimensioni della autofiorente dipenderanno anche dai litri del vaso: più il vaso sarà grande più la pianta svilupperà. Essendo comunque un autofiorente, con un orologio biologico che comporta una vita limitata nel tempo, in ogni caso oltre una determinata dimensione non crescerà.

L’altro fattore è la genetica della nostra pianta: le cannabis autofiorenti attualmente sul mercato sono solitamente miste, ma in generale una genetica prevalentemente sativa tenderà a svilupparsi verso l’alto, motivo per cui avrà bisogno tendenzialmente di minor spazio, mentre la indica tende a sviluppare in larghezza.

La misura del vaso ottimale per le autofiorenti va dai 9 litri fino ai 20.

Per dare alcuni valori di riferimento, con vasi da 9 a 11 litri, con una lampada che copre 60 cm x 60 cm si possono coltivare fino 4 autofiorenti: ma bisognerà tenere conto anche della varietà della pianta, per cui se a predominanza indica meglio orientarsi sui vasi da 9, mentre se a predominanza sativa andranno bene anche vasi da 11.

Calcolata la dimensione della piantagione, ci sono due cose che un acquirente della lampada può fare per capire quale sia la copertura della lampada che sta acquistando: affidarsi ad una buona casa produttrice che gli indichi per quale copertura la lampada vada bene.

Oppure verificare i valori PPFD, che indicano la densità del flusso di fotoni fotosintetici per m² al secondo su una superficie.

Questa misura varia a seconda della lontananza dalla lampada dalla superficie considerata, solitamente i produttori inseriscono almeno i valori rilevati a 30 cm.

Dei buoni valori sono tra i 600 e i 2.000 μmol/m²/s, ottimali anche per la fioritura, mentre i valori di cui la pianta necessita si abbassano fino ai 400–600 μmol/m²/s nella fase vegetativa.

Pur essendoci alcuni studi che sembrano indicare che oltre i 1.500 μmol/m²/s la cannabis renda meglio che sotto questi valori, nella produzione indoor l’aumento del costo energetico non giustifica l’aumento in termini di produzione, che comunque è molto buona anche sotto questa soglia. Ed anzi, le lampade in commercio ottimizzate per la canapa hanno valori che si aggirano tra i 600 e i 1.200, garantendo ottime rese.

“Eh ma la lampada che sto pensando di acquistare non ha questi valori in descrizione…”

Non comprarla, non è una buona lampada per la coltivazione se non fornisce questi dati, indispensabili a qualsiasi coltivatore, qualsiasi cosa tratti.

Quanta distanza tenere tra la lampada e la pianta?

Anche in questo caso valgono le stesse regole che valgono per le fotoperiodiche: seguire le linee guida che fornisce il produttore.

Oppure affidarsi alle schede tecniche e posizionare la lampada in modo che rispetti i valori PPFD ottimali per la specifica fase in cui la pianta si trova, che sono:

Se hai dei dubbi sulla scansione delle fasi di crescita della canapa, o non sei sicuro di quale sia la fase che la tua pianta sta attraversando, ti consiglio il nostro articolo sulle fasi di crescita della canapa.

Come impostare le nostre lampade CF nella coltivazione indoor della canapa autofiorente

Se hai a casa una delle nostre lampade della linea CF Board e stai pensando di lanciarti nella coltivazione di canapa autofiorente, ti lascio qui quello che secondo me è il miglior modo di regolarle per ottenere la miglior resa.

Come impostare il timer delle CF

Imposta 18-20 ore di luce al giorno. Scelta l’impostazione lasciala per l’intera durata della coltivazione.

Come regolare gli spettri della CF

Comincia con lo spettro fase vegetativa e passa alla modalità spettro completo nel momento in cui la pianta dà segni di fioritura.

Ti sconsiglio di attivare durante la fase vegetativa lo spettro completo perché assieme allo spettro adatto alla fioritura si attivano anche i raggi UV. Questa particolare frequenza luminosa ha il vantaggio di stimolare la produzione di THC nella pianta, ma in fase di crescita potrebbe rallentarne lo sviluppo.

Ti consiglio lo spettro completo in fase finale invece che quello specifico per la fioritura perché, a differenza delle fotoperiodiche, le autofiorenti continuano a crescere fino all'ultimo e rispondono dunque meglio ad una luce più equilibrata.

Quale distanza mantenere tra la lampada e la piantina